giovedì 3 dicembre 2009

Carmen

Carmen diceva sempre quello che pensava. Soprattutto a microfoni accesi. Non era solo bella, Carmen ci sapeva fare. Era una che la vita l’aveva imparata dai libri. Non la finiva mai di gridarmi che la facevo sentire 3 metri sopra il cielo ed altre stronzate del genere. Cose che alla lunga stancano, durante una scopata. Come previsto la storia finì. Le solite incomprensioni: io non l’amavo più e lei girava filmini hard nelle sedi di Forza Nuova. Fu un brutto colpo. Non potevo accettare che provasse qualcosa per un tipo integerrimo come me e allo stesso tempo, scopasse con politici dalla dubbia moralità. Una qualità peraltro imprescindibile, se di cognome fai Mussolini. Ovvio che l’abbia lasciata: se c’è una cosa che non sopporto è il tradimento. Specialmente quando questo avviene con un rappresentante del Fascismo. Per giunta morto da almeno 50 anni. Non lo credereste, ma ho un alto senso della morale. Da quando ho lasciato “il Giornale”. Quello sì che fu un momento difficile! Ero cornuto, solo e senza lavoro. Ed il fatto di condividere questa condizione con altri 2 milioni di italiani non era affatto rassicurante. Mi dovetti arrangiare. Pur di lavorare, decisi di fare quello che ormai i miei compatrioti snob non volevano più fare. Fu così che cominciai a praticare aborti clandestini. Confesso, che spesso mi sono chiesto se fosse etico asportare chirurgicamente qualcosa che Dio stesso con il suo volere aveva provveduto a creare. Ma in fondo, questi erano solo cazzi di tutti quei Mengele laggiù alla clinica Santa Rita. Il mio compito era quello di liberare delle giovani sprovvedute dal fardello di un piccolo cumulo di cellule, che io non reputo “vita” allo stesso modo in cui voi non reputate “vita” il vostro uovo alla coque. Sul lavoro andava tutto alla grande finché arrivò una notizia sconcertante quanto imprevista: quella manica di bugiardi del Parlamento, nonostante le promesse, aveva ceduto e dato il via libera alla somministrazione della pillola Ru486. Cazzo, era troppo! Era la seconda volta questo anno che la PDL mi raccontava una bugia. Ma non ci pensavano a tutti quelli onesti lavoratori come me che rischiavano il posto? Sono sceso in piazza a protestare, e non potete capire quanto fossi incazzato. Incazzato di pensarla come quella banda di Catto-Leghisti con i quali mi trovai fianco a fianco. Una massa informe di pseudo-cattolici col fazzoletto verde al collo che si proclamavano sostenitori della vita umana. Persino quella dei tonni, da quel che sento dire sui barconi affondati a largo delle coste siciliane. Ma in fondo, perché meravigliarsi? Ognuno cerca sempre di tirare avanti la baracca. Loro sono cattolici, è ovvio che salvaguardino la vita. Sono cattolici e chi meglio di loro lo sa: “la vita è bella”. Persino per chi, in Africa, da buon cristiano non usa il preservativo, e muore di Aids. Cortez

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