lunedì 28 dicembre 2009

Benedetto Nine/Eleven

Benedetto XVI atterrato da una psicolabile durante la Messa di Natale. Devo assolutamente vedere come finisce 'sto Christmas Karol. Illeso il Pontefice. Pare che la caduta sia stata attutita da una copia del Mein Kampf appuntata sul cuore. Sul luogo dell'attentato sono stati ritrovati alcuni denti d'oro. Secondo la Santa Sede sarebbero soltanto piccoli ricordi d'infanzia del Santo Padre. E' andata peggio al Cardinale Etchegaray. La prognosi dell'ospedale: niente trenini per almeno un mese. Nel comunicato si conferma la presenza del Papa alle prossime celebrazioni: "Durante le cerimonie affollate, è impossibile che ci sia rischio zero". Soprattutto in un posto dove tutti credono di parlare ad un uomo invisibile. Dopo l'attentato a Berlusconi, ora l'aggressione al Papa: Se Dio esiste, è passato con Fini. Dopo questa escalation di violenza monitorati su Facebook i gruppi di necrofili. Si teme possano abusare del corpo esanime del PD. Cortez

giovedì 24 dicembre 2009

Elogio della Follia (Non proprio la solita storia natalizia)

Se c’è una cosa che adoro del Progetto Erasmus è che ti permette di sviluppare interessantissimi rapporti socio-culturali, semplicemente infilando il tuo uccello all’interno di viziose troiette spagnole di cui a stento ricordi il nome. Lungi da me voler travisare il puro e sobrio intento didattico, che illustri luminari hanno voluto affidare a questo progetto giustapponendovi il nome del padre dell’ "Elogio della follia". Ma è innegabile il fatto che con il mio sunto, io non abbia fatto altro che portare alla luce il messaggio da egli esplicitato nella massima: “la figa ha sempre ragione”. Certo, perché l’Erasmus, e qui mi rivolgo ai niubbi che ancora non lo sanno, ti permette di scopare. Ed anche parecchio, se tieni sufficientemente alto il prezzo d’affitto. L’importante è prendere le dovute precauzioni, in modo da tenersi lontano dai rischi. Tipo quello che scoprano che non sei affatto il figlio del loro padrone di casa. O che i soldi della caparra non verranno loro rimborsati. E’ bene esserne consapevoli: le uniche lezioni a cui assisterai militando nel tuo integerrimo impegno di comunione tra i popoli si chiameranno: Angela, Yulia, Esther, Danica, Beth e richiederanno ore ed ore di studio. More, rosse, turchine, con i rasta, senza capelli, ossigenate. Tutto ciò che di più assurdo Iddio possa aver originato da due costole, verrà da te rigorosamente analizzato, valutato e succhiato con vigore. E nel momento in cui crederai d’aver imparato tutto dai tuoi faticosi mesi di apprendistato, giungerà lei a scompaginare la tua personale Matrix interamente composta da posizioni del Kamasutra. Lei: l’eletta. Quella di cui sentivi bisbigliare lungo i muri della scuola. Colei che tutti i tuoi amici giurarono d’aver vista in discoteca armata solo di lattina e di un vago sorriso di compiacimento. Lei, l’unica e sola, vestita di un abbacinante alone di misticismo ricamatole da legioni di pippaioli ormai relegati a sostentarsi di solo porno-braille. Lei, lo schizzo bianco sulla parola “aaaaaahhh”. La celeberrima indiscussa ed mai dimenticata: Ninfomane. Una mangiatrice di uomini così attizzata e perversa da farti sentire sul set di Basic Instinct. Ma con punteruoli di colori e dimensioni differenti da quanto la tua fallace memoria ricordasse. E soprattutto ben lubrificati. Novità che apprezzerai non appena li vedrai eclissarsi nei punti meno accessibili al tuo ego mortificato. Checché ne dica Rutelli, le ninfomani non nascono sugli alberi, anzi sono rarissime. Perciò se ti accorgi di starne stringendo un esemplare tra le mani, nella migliore delle ipotesi, passerà parecchio tempo prima che ne arrivi un’altra. Un po’ come per gli Interisti con la Champions. A dispetto di tutte le storie di sesso fugace e non protetto che un giorno svaniranno come lacrime nella pioggia dalla mia memoria, quello che nel mio caso giammai cadrà nell’oblio è l’incontro con la mia, purtroppo unica, ninfomane. La mia divinità: l’Afrodite del nuovo millennio, la sola ed inarrivabile Dea del Bondage. Ma voi potete chiamarla Jekki. Jekki il più bel regalo che Babbo Natale mi avesse mai recato dalla Scandinavia. E con quattro mesi d’anticipo sulla mia consueta letterina a Hugh Hefner. Jekki: un metro e settanta di cattive intenzioni, dislocate in curve generosissime. Un corpo così provocante e lascivo da ricordarmi la sirenetta. E questo, ancor prima d’infilarle un merluzzo su per il culo. All’inizio fu una storia come tante. Se siete pratici dei porno vintage. Facevo l’idraulico e fui contattato da una conturbante signorina per andarle a riparare un tubo. Sapete già come andò a finire: gonfiai a dismisura il prezzo della guarnizione e non le rilasciai ricevuta. Ma proprio mentre scendevo le scale per uscire dal palazzo, udii un rumore sordo provenire dalle cantine. Mi avvicinai incuriosito e notai con estremo stupore, misto a disappunto e bava, che da una porta socchiusa, un paffuto uomo in camice stava cospargendo il corpo di Jekki di una sostanza bianca che non ne voleva sapere di scomparire. Beh, io non sono un esperto di questa roba, ma sono tuttora piuttosto sicuro che non si trattasse di uno studio sulle scie chimiche. A meno che questo episodio fosse stato appositamente pianificato dai teorici del complotto in combutta con i grigi e la troupe di Voyager. Non che lei si dilettasse con queste idiozie da nerd sfigati. “Per quanto si dicesse realmente affascinata dal concetto di lucro riguardo all’emissione di liquidi, difficilmente si sarebbe interessata a comprendere le subdole implicazioni del Signoraggio” mi confermò il tizio in camice mentre rivestendosi si apprestava a lasciare l’edificio. Incurante di tale osservazione di avvicinai per contemplare quel magnifico mondo chiamato Bondage. Fu così che conobbi Jekki. “Fu amore a prima vista” per usare le parole di Seka sul suo primo incontro con l’attrezzo di John Holmes. L’aiutai a sciogliere tutti i nodi che la tenevano soggiogata ad un Ciao 50cc del ’92 ed uscimmo insieme a riveder le stelle. Difficile dimenticare ciò che successe dopo, ma avendo abbondantemente sforato lo spazio e la pazienza del lettore medio di questo Blog (ossia me medesimo, e vi garantisco che ho ben altro da fare che leggere tutte le stronzate che scrivo) mi limiterò a vagheggiarle il seguito privatamente nell’angolo più buio dei cessi della stazione centrale. Sempre che non stia solo preparando il campo al secondo episodio di questa appassionante vicenda. O che non vi stia semplicemente prendendo tutti per il culo. Ah, quasi dimenticavo: Buon Otto per Mille a tutti!! Cortez

martedì 8 dicembre 2009

Bob

Mio zio Bob è morto. Lascia una moglie, tre figli ed un mutuo ventennale. Voleva essere certo che credessimo al suicidio. Per questo abbiamo ritrovato nel suo lavandino un digitale terrestre. Chissà che così non trovino il mandante. Le cose andavano bene, poi la crisi economica ha colpito la sua azienda. 3000 dipendenti licenziati in tronco da un fuorionda del Direttore Generale su Videolina. Non si vedeva in giro così tanti disoccupati dalla morte di Moana. Bob, alla sua età, sapeva di non avere altre chance. Soprattutto dopo aver rinunciato all’Isola dei Famosi. E’ stato proprio pensando a lui, che sono sceso in piazza. Ho indossato la mia sciarpina viola e insieme a tanti altri compagni, sono andato in giro a cercar vendetta sul primo atalantino che avessi incontrato. Trovammo solo dei brutti ceffi in divisa. Gente che per esser lì a prendere e menar botte, nonostante le promesse dei ministri, non avrebbe visto un fottuto centesimo. Motivo in più per dargliele sode, a quei bastardi di CasaPound. Al suo funerale era pieno di facce lugubri. Cosa peraltro inevitabile, se sulla tua bacheca di Facebook hai scritto “Vendo Rene Usato”. Un atmosfera così tetra che pareva d’essere in un asilo di Pistoia. Su ogni faccia potevo vedere il count-down dei giorni che li separava dal passivo sul c/c. La stessa identica espressione che ha Dell’Utri dall’ultima deposizione di Spatuzza. Sono tempi così bui in cui vorresti che almeno Bersani condividesse con te le preoccupazioni su questa piaga mondiale. Beccandosi l’H1N1. E mentre tutto questo scempio va avanti, alla TV imperversano programmi trash dove il tronista di turno ci propina le sue allucinazioni su sesso e religione. Come se sapesse di che cazzo parla: rottoinculo di un Papa. Torna quando avrai esperito tutta la gamma di emozioni e perversioni a cui ogni essere umano è sottoposto tutti i giorni. E non dirmi che hai già fatto il chierichetto. Cortez

giovedì 3 dicembre 2009

Carmen

Carmen diceva sempre quello che pensava. Soprattutto a microfoni accesi. Non era solo bella, Carmen ci sapeva fare. Era una che la vita l’aveva imparata dai libri. Non la finiva mai di gridarmi che la facevo sentire 3 metri sopra il cielo ed altre stronzate del genere. Cose che alla lunga stancano, durante una scopata. Come previsto la storia finì. Le solite incomprensioni: io non l’amavo più e lei girava filmini hard nelle sedi di Forza Nuova. Fu un brutto colpo. Non potevo accettare che provasse qualcosa per un tipo integerrimo come me e allo stesso tempo, scopasse con politici dalla dubbia moralità. Una qualità peraltro imprescindibile, se di cognome fai Mussolini. Ovvio che l’abbia lasciata: se c’è una cosa che non sopporto è il tradimento. Specialmente quando questo avviene con un rappresentante del Fascismo. Per giunta morto da almeno 50 anni. Non lo credereste, ma ho un alto senso della morale. Da quando ho lasciato “il Giornale”. Quello sì che fu un momento difficile! Ero cornuto, solo e senza lavoro. Ed il fatto di condividere questa condizione con altri 2 milioni di italiani non era affatto rassicurante. Mi dovetti arrangiare. Pur di lavorare, decisi di fare quello che ormai i miei compatrioti snob non volevano più fare. Fu così che cominciai a praticare aborti clandestini. Confesso, che spesso mi sono chiesto se fosse etico asportare chirurgicamente qualcosa che Dio stesso con il suo volere aveva provveduto a creare. Ma in fondo, questi erano solo cazzi di tutti quei Mengele laggiù alla clinica Santa Rita. Il mio compito era quello di liberare delle giovani sprovvedute dal fardello di un piccolo cumulo di cellule, che io non reputo “vita” allo stesso modo in cui voi non reputate “vita” il vostro uovo alla coque. Sul lavoro andava tutto alla grande finché arrivò una notizia sconcertante quanto imprevista: quella manica di bugiardi del Parlamento, nonostante le promesse, aveva ceduto e dato il via libera alla somministrazione della pillola Ru486. Cazzo, era troppo! Era la seconda volta questo anno che la PDL mi raccontava una bugia. Ma non ci pensavano a tutti quelli onesti lavoratori come me che rischiavano il posto? Sono sceso in piazza a protestare, e non potete capire quanto fossi incazzato. Incazzato di pensarla come quella banda di Catto-Leghisti con i quali mi trovai fianco a fianco. Una massa informe di pseudo-cattolici col fazzoletto verde al collo che si proclamavano sostenitori della vita umana. Persino quella dei tonni, da quel che sento dire sui barconi affondati a largo delle coste siciliane. Ma in fondo, perché meravigliarsi? Ognuno cerca sempre di tirare avanti la baracca. Loro sono cattolici, è ovvio che salvaguardino la vita. Sono cattolici e chi meglio di loro lo sa: “la vita è bella”. Persino per chi, in Africa, da buon cristiano non usa il preservativo, e muore di Aids. Cortez